Biblioteca Università di Genova, appalti irregolari, affidamenti diretti sempre allo stesso soggetto
Irregolarità e criticità sono state riscontrate da Anac negli affidamenti diretti effettuati dalla Biblioteca Universitaria di Genova nel periodo 2019-2021.
Nello specifico – scrive l’Autorità nell’Atto del Presidente approvato dal Consiglio del 16 aprile 2024 – “l’operato della stazione appaltante risulta non conforme all’obbligo di programmazione delle attività di manutenzione, attesa l’estrema parcellizzazione delle attività negoziali, con conseguente alterazione del principio di economicità e del divieto di frazionamento artificioso degli affidamenti”. “Inoltre, la stazione appaltante ha eluso il principio di rotazione degli inviti e degli affidamenti, avendo affidato alla stessa ditta negli anni numerosissime commesse rientranti nella medesima categoria merceologica. La stazione appaltante non si è conformata alle prescrizioni di legge, in ordine alla soglia di affidamento, come nel contratto affidato in via diretta nel 2018 per la conduzione e manutenzione impianti elettrici, speciali, di climatizzazione idrici e antincendio ammontante a 81.500 euro, ben oltre il valore soglia di 40.000 euro per l’affidamento diretto” prevista dalla normativa al momento vigente.
“I numerosi affidamenti diretti – continua Anac – non parrebbero essere stati preceduti da una indagine preliminare di mercato mediante l’acquisizione di una pluralità di preventivi da parte di tre/cinque operatori economici, cui sarebbe seguita la fase della negoziazione diretta con l’operatore economico non essendo riportato detto adempimento nelle delibere di affidamento”.
La segnalazione all’Autorità
L’attività di vigilanza dell’Autorità è partita a seguito di una segnalazione che evidenziava come la società risultasse affidataria ininterrottamente, almeno dal 2019, di contratti, di durata annuale, dei servizi di manutenzione impiantistica presso la Biblioteca Universitaria di Genova, mediante procedura di affidamento diretto, in violazione del principio di rotazione. La società risultava, inoltre, la pressoché esclusiva affidataria in via diretta anche degli appalti di vari lavori di manutenzione della Biblioteca Universitaria per importi sotto i 40.000 euro ma che, nel loro complesso, superano annualmente la soglia di 150 mila euro. In particolare, nel 2022 erano stati affidati alla stessa società appalti di lavori di manutenzione per oltre 170 mila euro, in aggiunta all’appalto del servizio di conduzione e manutenzione degli impianti elettrici, speciali di climatizzazione e idrici. Insomma, dal 2020 al 2023, la stessa società risultava affidataria di lavori ricorrenti.
L’istruttoria
Dall’istruttoria si evidenziava come nessuna delle determine a contrarre conteneva la motivazione del provvedimento, né chiariva come sarebbe stata accertata la congruità dei prezzi, peraltro non sempre dichiarata, né conteneva la prevista dichiarazione in ordine all’insussistenza delle cause di conflitto di interesse da parte di chi partecipa al procedimento a qualsiasi titolo. Inoltre, prima della liquidazione, non risultava validamente attestata la regolare esecuzione del contratto. La stessa società appariva, poi, la destinataria diretta di affidamenti del ‘servizio di apertura/chiusura e presidio presso la Biblioteca’ sebbene il codice utilizzato indicava ‘installazione di impianti elettrici in edifici o in altre opere in costruzione (inclusa manutenzione e riparazione)’.
“Una estrema parcellizzazione degli appalti di lavori di manutenzione affidando direttamente a singoli soggetti – sottolinea Anac come regola di massima – deriva da una mancata programmazione dei lavori. Così costituisce violazione del principio di rotazione il riaffidamento dei lavori alla impresa uscente”.