La Retribuzione Professionale Docente

Che cos’è la retribuzione professionale docenti (RPD)

La retribuzione del personale docente è composta da diverse voci, di cui le più importanti sono la paga base e la retribuzione professionale docenti (RPD). A queste si aggiungono eventuali altri compensi per lo svolgimento di ore di supplenza o di attività aggiuntive.

È una remunerazione di natura fissa e continuativa, non associata allo svolgimento di particolari prestazioni del personale docente introdotta dal C.C.N.L. 2000/2001 che quindi va al di là delle ore aggiuntive, progetti, incarichi o particolari funzioni, ecc.

Infatti l’art. 7, comma 1, del C.C.N.L. 15.3.2001 stabilisce che “sono attribuiti al personale docente ed educativo compensi accessori articolati in tre fasce retributive”; aggiunge inoltre al comma 3 che «la retribuzione professionale docenti, analogamente a quanto avviene per il compenso individuale accessorio, è corrisposta per dodici mensilità con le modalità stabilite dall’art. 25 del C.C.N.I. del 31.8.1999”

A chi spetta

La Corte di Cassazione si è da tempo pronunciata sulla questione, affermando che l’art. 7 del CCNL 15.3.2001, interpretato alla luce del principio di non discriminazione sancito dalla clausola 4 dell’accordo quadro europeo attribuisce la Retribuzione Professionale Docenti a tutto il personale docente ed educativo, senza operare differenziazioni fra assunti a tempo indeterminato e determinato e fra le diverse tipologie di supplenze”.

Fanno eccezione i docenti precari impiegati per le cosiddette supplenze brevi e saltuarie ai quali l’R.P.D. non viene corrisposta.

Quanto

Si tratta di una rimunerazione di €. 184,50 mensili. In passato, ammontava a 174,50 €. mensili importo che è salito €. 184,50 con il C.C.N.L. parte economica triennio 2019-2021 del 06 dicembre 2022. L’importo della RPD è indicato nel cedolino paga.

La sentenza

La Corte di Cassazione già dal 2018 ha dichiarato illegittima e discriminatoria l’esclusione dei docenti impiegati per “supplenze brevi” dal compenso per l’RPD, in virtù del principio di parità di trattamento sancito dall’accordo quadro europeo sul contratto a tempo determinato, che vieta ogni discriminazione tra personale “fisso” e personale precario.

La Cassazione, con riferimento alla Retribuzione Professionale Docenti, con ordinanza n.6293/2020, ha avuto modo di ribadire tale principio, affermando che non esistono “ragioni oggettive legittimanti un trattamento differenziato per il personale supplente a tempo determinato”

Come farsi riconoscere tale retribuzione accessoria

Tramite ricorso, in quanto, nonostante il pronunciamento della Corte di Cassazione, il Ministero dell’Istruzione e del Merito non ha dato indicazioni di corrispondere l’RPD a tutti gli aventi diritto.